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L’Europa ha più paura di Trump del resto del mondo

L’Europa ha più paura di Trump del resto del mondo


Dopo l’elezione di Donald Trump è stato realizzato un grande sondaggio d’opinione, commissionato dal think tank Ecfr (il Consiglio europeo per gli affari esteri), con più di 28mila persone intervistate in 24 paesi distribuiti in tutti i continenti. I risultati sono inattesi e fanno riflettere.

La prima constatazione è che gli europei sono tra i più pessimisti rispetto al 47esimo presidente degli Stati Uniti, che entrerà alla Casa Bianca il 20 gennaio. Persino i cinesi e i russi hanno un’opinione più positiva degli europei su di lui.

Soltanto il 22 per cento degli europei ritiene che l’elezione di Trump avrà un impatto positivo per il vecchio continente. Più sfiduciati degli europei sono soltanto i sudcoreani, con un 11 per cento. Al contrario, gli indiani sono i più entusiasti: l’84 per cento ritiene che la sua elezione sia una buona notizia per il loro paese, davanti ai sauditi (61 per cento) e ai cinesi (49 per cento).

Questa sfiducia degli europei appare ancora più netta quando si tratta del rapporto tra l’Unione e gli Stati Uniti. Solo il 22 per cento dei cittadini, infatti, percepisce Washington come un “alleato”, mentre la maggioranza ritiene il paese un “partner necessario”. Nel 2023, sulla stessa questione il sondaggio aveva rilevato percentuali rispettivamente del 31 e del 41 per cento.

Queste cifre testimoniano una forte perplessità degli europei rispetto al presidente eletto, anche a causa del suo scarso entusiasmo – per non dire disprezzo – nei confronti delle alleanze degli Stati Uniti. Il pessimismo del vecchio continente nei confronti di Trump contrasta con l’opinione molto più positiva che emerge nel resto del mondo. Siamo davanti al paradosso di un presidente meno amato dagli “alleati” occidentali che dal resto del pianeta.

Per Bruxelles l’analisi del think tank evidenzia un’illusione ottica. Gli abitanti del vecchio continente mantengono la convinzione che l’Europa sia sullo stesso piano rispetto agli Stati Uniti, mentre Trump la considera poco più che “vassalla”.

Con la sua brutalità (e quella ancora più marcata di Elon Musk), il nuovo presidente statunitense ha fatto prendere coscienza agli europei della realtà dello squilibrio crescente tra le due sponde dell’Atlantico, mentre Joe Biden seguiva formalmente le dinamiche del passato con un atteggiamento old school.

La sorpresa che emerge dal sondaggio è quindi che il resto del mondo ha un parere più positivo su Trump rispetto all’Europa. I paesi non alleati degli Stati Uniti ritengono che il nuovo presidente avrà un impatto benefico sulla pace nel mondo. A questa percezione contribuisce senz’altro il fatto che lui stesso si vanta continuamente di non aver scatenato nuove guerre durante il suo mandato.

È sorprendente notare l’apprezzamento dei cinesi nei confronti di Trump, considerato che è stato lui ha dare il via alla guerra commerciale con Pechino e ha promesso di imporre dazi doganali esorbitanti appena arriverà alla Casa Bianca. Ma già durante la campagna elettorale si era mostrata una tendenza della Cina ad ammirare l’approccio “mercantile” di Trump e la sua disponibilità a concordare una serie di accordi con Pechino.

In un testo pubblicato dal Guardian a margine dello studio, l’intellettuale britannico Timothy Garton Ash sottolinea che Trump si comporta come le potenze del diciannovesimo secolo, seguendo soltanto la legge del più forte. L’autore invita quindi gli europei a trarne le dovute conclusioni, a essere meno “mercantili” tra loro ma più “ mercantili” con le potenze medie e grandi di questo mondo. Il consiglio, insomma, è quello di seguire l’esempio di Trump.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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